Mammuthus lamarmorae

Il mammut nano sardo (Mammuthus lamarmorae) è un piccolo proboscidato estinto vissuto in Sardegna e probabilmente anche in Corsica durante il Pleistocene.

In vita non doveva superare i 150 cm al garrese, dal momento che l’omero era lungo circa 45 centimetri; dal raffronto con altri proboscidati insulari è stato possibile ipotizzarne l’altezza. La morfologia delle ossa del carpo e del tarso è simile a quella del mammut delle steppe (Mammuthus trogontherii) più che a quella dell’elefante delle foreste (Palaeoloxodon antiquus), anche se la forma delle articolazioni può cambiare molto durante l’adattamento a differenti ambienti. I molari del mammut nano sardo erano relativamente piccoli, con uno spesso strato di smalto e con una frequenza lamellare ridotta, così come riscontrato in altri proboscidati insulari. Nonostante questi adattamenti, il grado di ipsodontia e le caratteristiche dello smalto e delle lamelle sono più simili a quelle dei mammut che a quelle degli elefanti.

È specie endemica, probabilmente discendente dall’antenato continentale Mammuthus trogontherii. A differenza degli elefanti nani presenti nelle altre isole del Mediterraneo, considerati paleoloxodontini e imparentati con Palaeoloxodon falconeri, Palaeoloxodon cypriotes ed Elephas chaniensis, il mammut sardo, oltre ad essere l’unico mammut endemico d’Italia, è stato ritrovato sin dal XIX secolo in diverse zone dell’Isola di Sardegna. Resti fossili furono rinvenuti ad Alghero (Tramariglio), Gonnesa (CI)(Funtana Morimenta), Sinis (OR) (Capo San Marco). Purtroppo i resti fossili di questo animale sono piuttosto frammentari, infatti oltre a sporadici ritrovamenti di denti isolati, l’unico esemplare di cui possediamo parte dello scheletro è quello ritrovato presso Gonnesa alla fine del 1800, durante i lavori di costruzione della ferrovia. Di esso sono stati recuperati alcuni frammenti degli arti, del bacino, alcune vertebre, costole e la mandibola. Parte dei resti è andata dispersa, altri sono finiti in musei esteri ed altri ancora in musei italiani. I calchi di buona parte delle ossa ritrovate a Gonnesa sono oggi esposti nel Museo PAS (PaleoAmbienti Sulcitani) di Carbonia. Nel 2016, nei pressi di Alghero, c’è stato un nuovo ritrovamento di resti fossili.

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