La flora del Parco: Alloro (Laurus Nobilis pianta aromatica e officinale)

Piccolo albero alto fino a 10 metri, o arbusto poco longevo. Chioma piramidale e densa. La corteccia è molto liscia, anche nelle piante adulte, prima verde poi grigio-scura o nerastra. Foglie sempreverdi, molto aromatiche, ellittiche, lanceolate, coriacee, di colore verde scuro e lisce nella pagina superiore più chiare nella inferiore. Se stropicciate emanano un intenso profumo. Fiori unisessuali su piante diverse, di colore giallo chiaro e profumati riuniti in piccole ombrelle ascellari, i maschili con 8-12 stami in verticilli, i femminili dello stesso colore, con ovario supero circondato da 2-4 staminoidi (stami sterili) in ombrelle di 4-5 fiori. Il frutto è una drupa di 1-2 centimetri ovoidale che, con la maturazione assume un bel colore nerastro-lucido.

Specie mesofila, vive in climi caldo-umidi. Il suo habitat preferito è quello dei valloni freschi ma soleggiati, predilige terreni profondi ricchi di elementi nutritivi. Sopporta bene il freddo ma non sopporta gelate prolungate. Inoltre tollera bene gli ambienti costieri e marini. Le attuali formazioni ad alloro soprattutto in Sardegna, sono relitti di una più estesa foresta a Laurus, che in seguito ai cambiamenti climatici, si è conservata in aree di rifugio. fino agli 800 metri di altitudine.

Immagine di https://www.terranuova.it

Gli Etruschi amavano questa pianta perché dentro ai boschi di Alloro regnava una pace profonda e odorosa. Nell’antica Grecia, l’alloro era considerato sacro ad Apollo e il più alto onore per un poeta greco consisteva nell’essere incoronato con una ghirlanda di alloro con foglie e frutti. Il legno si utilizza per fabbricare piccoli mobili e per lavori di tornio. L’alloro si riproduce per seme, polloni, talea. Viene coltivato come pianta ornamentale. E’ una pianta molto utilizzata per aromatizzare cibi (salse, sughi, brodi, zuppe, olive in salamoia, carni e pesci), vengono utilizzate principalmente le foglie essiccate, ma possono essere impiegati anche i frutti (essiccati in un luogo asciutto, all’ombra, e conservati in un barattolo ben chiuso), i quali sono più aromatici delle foglie e possono essere usati grattugiati. Le piante della fiorita in occasioni di processioni religiose, fra cui l’alloro, a Villacidro venivano impiegate in suffumigi, bruciandole sulle braci, contro lo spavento. Un tempo si faceva “l’unguento laurino”, rimedio ottenuto con olio e burro di alloro (estratto con pressione a freddo dei frutti) unito a sostanze come ginepro, trementina e altre. Veniva usato nella cura popolare dei dolori, delle tumefazioni reumatiche e gottose e anche per la pratica veterinaria. E’ diuretico, sudorifero, antispastico.

Tratto da https://www.sardegnaforeste.it

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