Paesaggio: Un bel giro nel mondo delle Pinna Nobilis nel Parco Marino Protetto

Pinna nobilis (Linnaeus 1758), comunemente nota come naccherapinna comunecozza penna o stura, è il più grande bivalve presente nel Mar Mediterraneo. Può raggiungere un metro di lunghezza. La sua raccolta è vietata. In ogni caso, pur essendo edule, trattandosi di un mollusco filtratore, è estremamente rischioso mangiarlo in quanto accumula assorbendoli dal mare grandi quantità di inquinanti e patogeni. Per questo motivo è stato utilizzato come indicatore dell’inquinamento marino (anche nucleare presso la Maddalena).

Endemica del Mar Mediterraneo, è spesso situata in mezzo alle praterie di Posidonia oceanica, da pochi metri fino a 40 di profondità. Ne è stata segnalata nel 2008 la ricomparsa anche in corrispondenza della Laguna di GradoLaguna di Marano e Laguna Veneta, come apparente conseguenza delle scogliere artificiali del progetto MOSE[2]: negli anni 1950-’60 si era assistito alla sua progressiva scomparsa a causa dell’inquinamento lagunare causato dagli scarichi del polo industriale di Marghera.

È un organismo sessile che vive fissato con la parte appuntita della sua conchiglia triangolare nella sabbia o nella roccia.

Per nutrirsi e respirare, la pinna nobilis, pompa l’acqua nella cavità del mantello mediante un sifone inalante e poi la emette attraverso uno esalante. Le valve hanno il margine posteriore arrotondato e presentano una ventina di coste radiali con scaglie a forma di canali. Il colore è bruno con scaglie più chiare; l’interno è bruno e lucente con la parte anteriore madreperlacea. Possono vivere più di 20 anni e raggiungere un metro di lunghezza, ma la dimensione media della conchiglia di un esemplare adulto è intorno ai 65 cm. Ha uno sviluppo abbastanza rapido nei primi anni di vita, in media di 10 cm per anno; raggiunta la maturità sessuale, intorno ai 40 cm, l’accrescimento rallenta e si assesta su circa 10 cm ogni 3 anni

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