Golfo di Palmas: Regina per sempre

Regina per sempre.

Ed eccomi qui; finalmente posso vedere di persona quello che finora ho potuto
ammirare esclusivamente nelle foto scattate da Theo. Arrivare nell’isola di
sant’Antioco non è stato facile. I mezzi pubblici sono vagamente un po’ retrò e le
strade ricordano molto le vecchie carreggiate di campagna, dimenticate dalla comoda
modernità, ma fortunatamente per chi le percorre, circondate da panorami
mozzafiato. Così, mentre il taxi mi portava via dal caos dell’aeroporto, persi il senso
del tempo semplicemente guardando fuori dal finestrino un film esclusivo, che
sembrava creato apposta per me. Inutile dire che le sensazioni che mi aveva
trasmesso Theo con i suoi scatti, erano corrispondenti alla realtà che mi stava
accogliendo e ancora non sapevo che il meglio doveva arrivare. Lungo la strada, mi
venne in mente di cercare su google quel che c’era da visitare nel percorso che
portava al Sulcis. Sapevo che Theo sarebbe stato impegnato in una battuta di pesca
fotografica nel golfo d Palmas, fin quasi alla sera e conseguentemente, avrei avuto
tempo da spendere in libertà, per cominciare a prendere confidenza con quello che
Theo oramai definiva come un “Paradiso da vivere e godere”. Chiesi al taxista di
portarmi alle Saline di sant’Antioco . Ero affascinata da una realtà che sapevo esistere
praticamente da sempre. Era inebriante pensare ai fenici, ai romani, a tutti i grandi
navigatori che avevano trovato riparo dal mare in tempesta nel golfo di Palmas; l’idea
di camminare dove tanti antichi popoli, praticamente scomparsi, avevano fatto la
storia, mi esaltava; mi sentivo un po’come un super eroe alla caccia di qualche
mistero. Entrai nella salina con lo stesso spirito con il quale si entra in un tempio.
Tutto era incredibilmente bianco,luminoso, pulito, vero, straordinariamente vero. Una
guida, gentilissima, mi mise al corrente della storia del sito, dell’evoluzione
industriale, quasi subita, nonché della magnifica innata convivenza della salina, con
la natura intorno. Fenicotteri rosa e tante altre specie di volatili, ma non solo,
ruotavano intorno al sito, come se ballassero, in armonia con quell’angolo di creato;
malgrado l’ ingombrante presenza dell’uomo, questi eroi della natura erano riusciti a
conservare intatta la loro libertà, le loro abitudini, la loro voglia di esistere. Io mi
comportai come una bimba al circo, felice e appagata, incredula, davanti a tanta
naturale bellezza. Le saline e la laguna intorno, sembravano i piccoli Principi del
mare del golfo di Palmas . E io? Di colpo mi ricordai del tassista, feci appena in
tempo a girarmi per scorgerlo concentrato,col cellulare in mano, a fare fotografie, a
un volo di fenicotteri. Quel posto aveva il potere di far tornare tutti bambini, liberi e
puri nei pensieri e nell’intento. Con un cenno della testa gli feci capire che sarebbe
stato meglio andare. Ritornati alla macchina, il tassista, al secolo Simone, tirò fuori da una borsa frigo delle bibite fresche e me ne porse una; brindammo con lo sguardo
rivolto a quel paesaggio incantato, per via delle bellezze di quel posto che sembrava
magico, alla natura e alla fortuna di trovarci lì. Mi raccontò che di quel posto ne
aveva sentito sempre parlare da suo nonno paterno, originario del Sulcis, e di come
avesse sempre desiderato visitare i luoghi descritti dal suo adorato nonno con lunghi e
fantasiosi racconti; finalmente,era riuscito nel suo intento, grazie a me e alle mie
“pazze” idee. Sorrisi divertita per i ringraziamenti, in fondo non avevo fatto altro che
dare libero sfogo alla mia curiosità. Fu cosi cortese da offrirmi la corsa, perché mi
spiegò che quello era stato un giorno di vacanza anche lui; io mi sentii un po’
imbarazzata dal gesto, perché quello era il suo lavoro e io non volevo approfittarne .
Decisi di offrirli il pranzo; in fin dei conti mangiare in compagnia è meglio che da
soli. Simone accettò con entusiasmo e mi propose un localino sulla spiaggia di
Maladroxia, nell’isola di sant’Antioco; forse pensando di avere esagerato, per non
creare false aspettative, mi specificò che più che un locale, si trattava di uno
stabilimento balneare con annesso un servizio di ristorazione di buon gusto e cucina
innovativa. Ero talmente incuriosita dalla descrizione che Simone aveva fatto di quel
posto, che mi pareva di sentire già i morsi della fame stritolare il mio stomaco, già
provato da una dieta tiranna, seguita alla lettera per arrivare in tempo alla “prova
costume”. Arrivammo alla spiaggia di Maladroxia giusto in tempo per occupare, con
uno scatto felino, l’unico tavolo libero nel piccolo angolo ristorante dello
stabilimento balneare, l’unico della piccola spiaggia. Theo mi aveva descritto con
particolare entusiasmo, la cordialità degli abitanti del Parco marino del golfo di
Palmas, ma quando il gestore venne incontro per accoglierci, più che una cliente , mi
sentii come un parente che ritorna a casa. In meno di quindici minuti ci ritrovammo a
pranzare con soddisfazione davanti ad un mare da favola. Che miracolo era questo?!?
Non ricordavo più cosa mi avesse portato lì, ne come vi ero arrivata; l’unica cosa che
sapevo con certezza era che non sarei voluta più andare via. Caro Theo, aveva
ragione. Questi posti incantati generano dipendenza, una sana, dolcissima
dipendenza. Mi guardai intorno; per la prima volta in vita mia non mi sentii in colpa
per la voglia che avevo di non fare nulla, assolutamente nulla. Tutto intorno a me
persone, natura; tutto mi pareva allegro, in sintonia con la mia vita. Squillò il
cellulare, era Theo, stava arrivando in barca, guarda caso , proprio vicino alla
spiaggia che mi aveva accolto. Io non dissi di trovarmi lì, promisi di aspettarlo in
albergo, volevo sorprenderlo accogliendolo in spiaggia, come fosse la cosa più
naturale di questo mondo. Che bella cosa la vita! Ventiquattro ore prima stavo seduta
in ufficio, circondata da cose grigie e forse, sopravalutate; e adesso eccomi : libera ed
ebbra di sole e buon Carignano.Vidi la barca, un “ cius”, avvicinarsi alla spiaggia, mi misi vicino al bagnasciuga;
Simone era ripartito per Cagliari, lasciandomi il suo numero privato per qualsiasi
evenienza e ringraziandomi ( lui a me?) per la bella giornata; si raccomandò col
gestore dello stabilimento balneare, affinché non mi lasciasse da parte e si prendesse
cura di me e del mio Theo. Gian, sdoganato e atletico imprenditore, sorrise divertito e
con fare ironico, tranquillizzò Simone con una pacca sulla spalla e una vigorosa
stretta di mano. Era abituato a rasserenare tutti i suoi clienti, lo si capiva dai gesti e
dal modo di fare quasi paterno, che aveva più o meno con tutti e per tutti. Era un
uomo innamorato del suo lavoro, con una solenne infatuazione per la sua terra , per il
suo mare, per la sua gente; si capiva da quel che raccontava, da come si porgeva al
prossimo, da come coccolava i clienti. Bagnino senior? No! Signore e custode di quel
che lo circondava? Si, custode stregato dall’amore per la natura ammaliatrice del
luogo. Ormai era quasi sera, una leggera brezza accarezzava i pensieri, generando un
piacere inaspettato. Senza che me ne rendessi conto, la spiaggia intorno a me, si era
come svuotata. I bagnanti erano scomparsi ai primi cenni del tramonto. Sul
bagnasciuga ero rimasta io con la mia ansia di riabbracciare Theo. Potevo
distinguerlo a bordo del cius, era l’unico con la pelle bianca, sembrava quasi
fosforescente; mi venne da sorridere; lui si voltò accorgendosi di me, mi sorrise e così
ebbi subito la certezza che la sorpresa era stata cosa gradita.
Mi voltai verso la spiaggia, ma quanto tempo era passato? Lo stabilimento era
deserto, sulla spiaggia a ridosso della riva, un piccolo tavolo rotondo e due sedie. Mi
avvicinai incuriosita; in bella mostra,una bottiglia di vino al fresco nel secchiello, due
bicchieri e qualche stuzzichino. Accanto al vassoio un biglietto di Gian che
Scriveva con una evidente e gentile ironia : ” godetevi la serata alla faccia mia!”.
Quasi intenerita da tanta insperata attenzione, volsi lo sguardo verso Theo che ormai
mi correva incontro sorridente.
Avevo il sospetto che di li a poco, avrei vissuto la vacanza più bella della mia vita.

Pierluigia Troncia
per il
Parco marino protetto del golfo di Palmas
Sant’Antioco, 2019-05-20

 

Musica di Alberto Balia 

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