Paesaggio: La spiaggia di Calasapone (Sant’Antioco)

Cala Sapone è caratterizzata da una piccola spiaggia a sabbia grossa contornata da scogliera rocciosa su entrambi i lati, entrambi balneabili. Sul lato sud si trova un’altra spiaggetta, proseguendo, dopo un tratto in acqua (il fondale è poco profondo), si arriva a un golfetto, una zona suggestiva adatta ai tuffi. Sul lato nord (a destra rispetto alla spiaggia) la zona ha una roccia liscia, è percorribile per un lungo tratto da cui si arriva ad una zona appartata con zone da cui tuffarsi. Da questo angolo è visibile uno scorcio di Cala della signora. Tutta la zona è balneabile.

Ma dalla bella Cala Sapone passiamo alla storia. Una trentina di nuraghi, un certo numero di cosiddette “Tombe dei giganti” e di “Domus de janas” testimoniano che l’isola non fosse priva di insediamenti stabili già in epoca preistorica. Notevole la presenza di numerosi nuraghe costieri, tra i quali si segnalano il nuraghe multitorre S’Ega Marteddu, a ridosso della spiaggia di Maladroxia, il nuraghe Sa Cipudditta situato in un promontorio a picco sul mare in località Su Portu de su Casu e il sito di Grutti ‘e Acqua, composto da un nuraghe multitorre polilobato e da uno dei villaggi nuragici più grandi della Sardegna, all’interno del quale sono presenti opere idrauliche e urbanistiche, templi a pozzo e tombe dei giganti. Il villaggio termina tra la spiaggia e la scogliera di Portu Sciusciau dove è probabile fosse presente un porto nuragico. Numerosi anche i reperti di cultura materiale di epoca nuragica rinvenuti in questo territorio tra i quali non mancano i bronzetti, come il famoso arciere nuragico di Sant’Antioco.

In età storica nacque il primo nucleo della città di Sulki, toponimo riscontrabile nelle testimonianze epigrafiche rinvenute ad Antas. A fondarla furono, probabilmente nella prima metà dell’VIII secolo a.C.(parrebbe, stando alle fonti letterarie, quasi nello stesso periodo in cui venne fondata la stessa Cartagine) alcuni mercanti e navigatori provenienti da un’area grosso modo corrispondente all’attuale Libano: i Fenici. Il dato relativo alla fondazione della città è desumibile con buona approssimazione sia rifacendosi alle fonti letterarie, sia basandosi sulle testimonianze archeologiche: il materiale riportato alla luce nell’area del tofet e in quella del cosiddetto cronicario indicano che il centro fosse pienamente attivo almeno a partire dalla metà dell’VIII secolo a.C.

Vari studiosi, tra cui l’archeologo dell’Università degli studi di Sassari Piero Bartoloni, indicano Sant’Antioco come la città più antica della Sardegna[6] e come il centro urbano più antico d’Italia[7]. Alla fine del VI secolo a.C. i Cartaginesi, fenici d’Occidente, presero possesso della Sardegna e dunque anche dell’isola di Sant’Antioco. La città nordafricana controllerà la Sardegna sino all’epoca delle guerre puniche, quando verrà spodestata dalla nuova potenza egemone del Mediterraneo: Roma.

 

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