Golfo di Palmas una storia aperta… al mondo

Golfo di Palmas una storia aperta… al mondo

Quando un ammiraglio inglese si trovò a passare per queste coste sulcitane,come già prima di lui avevano fatto tutti i popoli mediterranei, non poté fare a meno di annotare nel diario di bordo del suo veliero, che in quel piccolo angolo di mondo aperto al mare, chiunque si sarebbe sentito al sicuro. E adesso, che sono qui sulla collina di Coquaddus, la spiaggia più grande dell’isola di sant’Antioco e mi perdo nel vasto orizzonte davanti a me, mi trovo a condividere i pensieri dell’ammiraglio inglese che, come per magia, mi sono balenati in mente proprio adesso, mentre guardo brillare in lontananza, sotto il sole d’agosto, le bianche dune di Porto Pino; invitanti e apparentemente irraggiungibili. Sto qui a Sant’Antioco l’isola del bisso (così l’ho sentita definire dall’impiegato dell’agenzia viaggi di Bologna) da circa tre giorni. Sono arrivato da solo, ma non lo sarò ancora per molto, Regina, la mia compagna, mi raggiungerà molto presto. Nel frattempo posso dire di non essermi annoiato. Ogni mattina mi sveglio presto, doccia e colazione davanti alla laguna oppure in spiaggia o all’ombra dei grandi alberi del corso nelle decine di bar e locali. Se rimango in paese verso le 9,30, passeggiata al lungomare per aspettare gli amici pescatori che arrivano per vendere il loro pescato direttamente in banchina. E’ incredibile! Il profumo del mare nelle narici ti da una energia assurda. La stessa forza che consente a questi gladiatori del mare di perdersi in chiacchiere con i clienti occasionali dopo una notte di pesca. Proprio con uno di loro, Martino, in questi giorni ci siamo confrontati sulla scelta, un tempo osteggiata da molti sulcitani,di far diventare l’intero Golfo di Palmas parco marino protetto. Mi ha raccontato delle difficoltà che il comitato ha incontrato per far si che il sogno del parco diventasse realtà. A parte gli ostacoli burocratici, erano proprio i pescatori e operatori del mare, nonché semplici cittadini e turisti di lunga data, ad essere i più scettici e nutrire il maggior numero di dubbi a riguardo del progetto. La paura, infondata, di non poter più lavorare “a mare” e di non essere più liberi di godere del proprio territorio in piena libertà, bloccava il desiderio di conoscere a fondo il progetto nella sua interezza. Mentre lui raccontava quel che era accaduto, io mi scoprivo incredulo e sconvolto allo stesso tempo, dalla bellezza che mi avvolgeva. Il mio stupore, inversamente proporzionale alla famigliarità scontata che sembra caratterizzare il modo di vivere questo luogo da parte degli indigeni. Non capisco se siano assuefatti a tanta bellezza o semplicemente refrattari ai cambiamenti, di qualunque natura siano. Non vedevo l’ora che Regina mi raggiungesse. Ci saremmo immersi in quel mare trasparente, alla ricerca dei relitti di vecchie imbarcazioni, dei loro carichi antichi, delle loro storie da scoprire. Una passeggiata a cavallo alla scoperta di dimenticati sentieri, battute di pesca fotografica, si le occasioni per divertirsi sportivamente in quest’isola non mancano di certo. Forse questo scenario naturale mi avrebbe aiutato a trovare il coraggio di dare una svolta alla nostra storia . Chissà… Lei ha sempre saputo della mia natura romantica ed è pronta ad ogni evenienza. Comunque ho sentito dire dai pescatori che qui la pinna nobilis, fonte della bava dal quale veniva tratto nell’antichità il Bisso ossia la seta di mare, è una specie protetta perché in via di estinzione, ma non solo , a quanto pare questa creatura marina sarebbe in grado di avvertire l’inquinamento marino; il suo malessere sarebbe per tutti gli osservatori un campanello d’allarme. Martino mi ha segnalato il nome di una donna che sarebbe in grado di lavorare la seta di mare come i suoi avi.. ci andrò insieme alla mia morosa. Alla fine penso che le chiederò di sposarmi proprio davanti a questo magnifico tempio dell’acqua, questo mare di cristallo, cassaforte sicura per i tesori che millenni di storia hanno depositato sui suoi fondali. Chissà se la signora del Bisso mi regalerà un po’ di quel magico filo per avvolgerlo a mo di anello intorno al dito della mia principessa … chissà! O magari potrei trovare il coraggio di farmi avanti davanti ad una tavola imbandita delle tante specialità che i ristoranti locali cucinano divinamente; due o tre bicchieri di Carignano ed il gioco è fatto! Una cosa è certa, farò in modo che i nostri anniversari avranno un unico palcoscenico : IL PARCO MARINO DEL SULCIS … perché sono convinto che se il Paradiso esiste, questo angolo di Mondo è la sua copia perfetta. Ci vediamo al mare …

CONTINUA…

di Pierluigia Troncia

Musica di Alberto Balia 

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