È una specie stanziale diffusa con 4 sottospecie in Nordafrica e in Europa meridionale, dove è stata introdotta con successo a Gibilterra, oltre che nelle isole Canarie (Sb. Alectoris barbara koenigi[1]). In Italia nidifica esclusivamente in Sardegna e nelle isole satelliti con una popolazione di 3000-10.000 coppie. La pernice sarda si nutre prevalentemente di cariossidi di grano, oltreché di sostanze vegetali (granaglie e semi vari) in primavera/estate, semi e bacche di lentisco in inverno, integrando il tutto con insetti, larve e lumache che ricerca sul terreno. Nelle prime fasi della vita ha una dieta carnivora costituita essenzialmente da piccoli invertebrati (vermi, lumache e insetti). Particolarmente appetiti sono l’Inula viscosa, i cardi selvatici e alcune piccole crassulente, ricche di acqua. Di abitudini gregarie in autunno-inverno, emette richiami distintivi, alcuni dei quali ricordano quelli di un gallo domestico.Si sposta generalmente pedinando sul terreno e solo se costretta spicca il caratteristico volo. Sospettosa, se in pericolo corre, di pedina, velocemente al riparo. Negli ultimi anni si è vista la presenza di volate nelle periferie dei centri abitati, dovuta al cambiamento generale delle campagne che con l’abbandono dell’uomo si sono rivestite di cespugliati erbosi e macchia mediterranea.
Alcuni autori ritengono che la specie abbia colonizzato la Sardegna nel tardo Miocene, altri che sia stata introdotta dall’uomo al tempo dei Romani.